|  |  ...Solo l'individuo 
                        può pensare, sentire, volere e agire. E più 
                        che mai necessario, oggi, rendersi conto che ogni raggruppamento 
                        genera inevitabilmente dei condizionamenti, perché 
                        la volontà di pochi singoli viene imposta a tutti 
                        gli altri. Ogni contesto lavorativo, ogni progetto culturale 
                        (l'educazione, per esempio) o religioso-confessionale, 
                        tende per natura sua a inglobare l'individuo, ad assoggettarlo 
                        ai propri scopi.  Nella misura in cui l'individuo omette 
                        di coltivare pensieri propri, di far valere i propri obiettivi, 
                        viene travolto dal rullo compressore degli interessi del 
                        gruppo. Gruppo significa infatti l'insorgere di vincoli 
                        sempre maggiori. E non può essere altrimenti, è 
                        un puro dato oggettivo: compito di ogni singolo è 
                        allora darsi da fare affinché la comunità 
                        sia al servizio dell'individuo, non meno di quanto l'individuo 
                        sia al servizio della comunità. Sta di fatto, però, che in ogni 
                        società sono indispensabili le norme e le leggi 
                        vincolanti per tutti. E allora il male non consiste nell'esistenza 
                        di fattori universali di vincolo, bensì nell'omissione 
                        della dimensione individuale della libertà. Il 
                        male lo troviamo laddove l'individuo trascura di aggiungere, 
                        a ciò che è e dev’essere obbligatorio 
                        per tutti, un elemento libero e individuale, un apporto 
                        originale che solo lui può creare e che non deve 
                        necessariamente venire all'esistenza... (Pietro Archiati, dalla conferenza) |