|  | [...] Il Vangelo 
                        di Matteo è diverso. I tre elementi, e cioè 
                        l'elemento cognitivo largo di speranza e di promesse, 
                        l'elemento caldo di sentimento e di amore, e anche la 
                        maestosa grandezza dell'universo, si ritrovano tutti, 
                        – si potrebbe dire – nel Vangelo di Matteo. 
                        Ma essi si trovano, in certo qual modo, talmente attenuati, 
                        che nella loro attenuazione ci appaiono molto più 
                        umanamente affini, che non negli altri tre Vangeli. Di 
                        fronte alla conoscenza, alla grandezza dell'amore e dello 
                        splendore, quando facciamo agire su di noi gli altri tre 
                        Vangeli, ci sentiamo quasi mancare. Tutto ciò sta 
                        contenuto nel Vangelo di Matteo – ma vi è 
                        contenuto in modo, che siamo in grado di sopportarlo; 
                        ci è tutto umanamente più affine, di guisa 
                        che ci possiamo collocare non al di sotto, ma in un dato 
                        senso, al lato di esso. Dal Vangelo di Matteo non restiamo 
                        mai annientati, sebbene esso contenga pure qualcosa di 
                        ciò che negli altri tre Vangeli può esercitare 
                        tale azione. Il Vangelo di Matteo perciò, di questi 
                        quattro documenti, è il più generalmente 
                        umano. Esso è il Vangelo che più ci rappresenta 
                        Gesù Cristo come uomo, in modo che quando lasciamo 
                        agire su di noi il Cristo Gesù di Matteo, in tutte 
                        le sue membra, in tutti i suoi atti, egli sta umanamente 
                        vicino a noi. [...] Rudolf 
                        Steiner, dalla prima conferenza |